9 aprile 2019: presentazione del volume “L’aureo cocchio” di Nikiforos Vrettakos

Lunedì 8 aprile 2019, alle ore 17.00 presso l’Istituto Gramsci Siciliano (Cantieri Culturali alla Zisa – via Paolo Gili 4 a Palermo) presentazione del volume “L’Aureo Cocchio” di Nikiforos Vrettakos (trad. di Vincenzo Rotolo), pubblicato da Torri del Vento nella collana di testi neogreci tradotti in italiano Gli Agapanti.

Intervengono R. Lavagnini, S. Nicosia, V. Rotolo.
Saranno presenti gli editori D. Anselmo e L. Di Salvo.
Coordina M. Caracausi.

Laureandi e Neolaureati in Neogreco leggeranno alcune poesie di Vrettakos.

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15 febbraio 2019: La Passio dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia

 MARIO RE, La Passio dei Santi Vito, Modesto e Crescenzia. Introduzione, edizione delle recensioni greche BHG 1876, 1876 a-c, e della versione latina BHL 8713. Traduzioni, note e indici.  Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici “B. Lavagnini”, Palermo 2018 (Testi 15), 264 pp.

PASSIO SAN VITO

Principale scopo di questo libro è dare alle stampe l’editio princeps delle quattro redazioni greche, insieme alla redazione latina BHL 8713, che costituisce molto probabilmente il modello da cui deriva la versione BHG 1876c. L’edizione delle redazioni BHG 1876, 1876a e 1876b è corredata da una traduzione in lingua italiana, mentre si è preferito accompagnare BHG 1876c con il testo di BHL 8713, anch’esso finora inedito, tratto dal Paris. lat. 5593 (prima metà del sec. XI), il più antico testimone della recensione in questione. Nell’introduzione, dopo aver presentato un quadro sintetico delle origini del culto e della trama della passio, ci si sofferma sulle redazioni greche, con particolare attenzione agli aspetti contenutistici e linguistici. Un paragrafo è dedicato, poi, ai canoni composti in onore dei tre martiri, seguito da un’analisi dei rapporti tra la Passio Viti e quella di s. Potito, in considerazione delle notevoli affinità che caratterizzano questi due testi, al di là delle varianti recate dalle singole redazioni. Completa l’introduzione l’esame dei temi e dei topoi agiografici presenti nei testi editi.

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15 febbraio 2019: “La musica liturgica bizantina in Italia dal Medioevo a oggi fra tradizione scritta e orale”

Il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Palermo, in collaborazione con l’Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici “Bruno Lavagnini” e l’Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti di Palermo, in occasione della prima riunione del Comitato italiano per l’edizione e lo studio delle fonti musicali bizantine, organizza un incontro di studio, dal titolo “La musica liturgica bizantina in Italia dal Medioevo a oggi fra tradizione scritta e orale”. La manifestazione si terrà oggi, venerdì 15 febbraio, alle ore 16:00, presso la chiesa di S. Antonio Abate, Complesso Monumentale dello Steri (piazza Marina, 61).

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23 gennaio 2019: Sicilia e Grecia. La presenza della Grecia moderna nella cultura siciliana del XIX secolo

Francesco Scalora, Sicilia e Grecia. La presenza della Grecia moderna nella cultura siciliana del XIX secolo, Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici “B. Lavagnini”, Palermo 2018 (Quaderni 19), 548 pp., ISBN – 978-88-90-462-38-2

L’Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici “Bruno Lavagnini” annuncia la pubblicazione di un nuovo volume della collana “Quaderni”, dal titolo Sicilia e Grecia. La presenza della Grecia moderna nella cultura siciliana del XIX secolo, di Francesco Scalora.

L’Autore, attraverso lo spoglio sistematico della stampa periodica siciliana e di pubblicazioni di vario genere, anche le più rare, date alle stampe nell’isola nel corso del secolo XIX, illustra nei dettagli le forme e i livelli di ricezione del movimento e del modello risorgimentale greco da parte della cultura e dell’opinione pubblica siciliana, dal dinamismo dei primi anni insurrezionali greci sino al tramonto del secolo decimonono.
Sia per la mole dei dati raccolti, sia per l’analisi critica che li accompagna, lo studio propone all’attenzione degli studiosi nuovi ed inediti aspetti della cultura siciliana dell’Ottocento nei suoi rapporti con la vicina Grecia.

Per acquistare il volume si rimanda al link seguente

15 novembre 2018: Inaugurazione della mostra personale “Venia Dimitrakopoulou. Futuro Primordiale – Materia”, a cura di Afrodite Oikonomidou e Matteo Pacini.

vd_agamemnon-ii-aGiovedì 15 novembre, alle ore 18.00, si inaugura al Museo Salinas di Palermo l’importante mostra personale “Venia Dimitrakopoulou. Futuro Primordiale – Materia”, a cura di Afrodite Oikonomidou e Matteo Pacini.

In dialogo con i reperti archeologici esposti in permanenza nelle sale museali, il percorso espositivo illustra l’universo creativo della scultrice greca attraverso una significativa selezione di opere – sculture, carte e installazioni, alcune esposte per la prima volta in Italia – tra cui spiccano inedite realizzazioni site-specific. Protagonista è la materia – dalla pietra lavica alla carta a mano cinese, dal bronzo al marmo e al gesso – che sottolinea quanto l’archeologia riviva nella contemporaneità e l’immersione nel passato serva a comprendere il presente.

La rassegna è organizzata dalla Fondazione Ellenica di Cultura – Italia in collaborazione con l’Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici “Bruno Lavagnini” e con la galleria Artespressione di Milano, e gode dei patrocini del Ministero della Cultura e dello Sport della Repubblica Ellenica, dell’Ambasciata di Grecia a Roma, del Museo Nazionale di Arte Contemporanea di Atene (EMST), dell’Assessorato Regionale e del Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana – Regione Siciliana, del Comune di Palermo ed è inserita nelle manifestazioni del progetto Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018. L’iniziativa è organizzata nell’ambito di “Tempo Forte”.

L’inaugurazione è a ingresso libero. La mostra sarà aperta al pubblico dal 16 novembre 2018 al 3 febbraio 2019. 

Info ingressi e orari: CoopCulture tel. +39 091 7489995.

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La mostra palermitana è la prima tappa della “Trilogia Italia” organizzata dalla Fondazione Ellenica di Cultura – Italia in collaborazione con l’Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici “Bruno Lavagnini” e con Artespressione di Milano, galleria di riferimento dell’artista in Italia per questa rassegna che tocca anche Torino e Trieste. Il percorso, che presenta delle peculiarità per ogni città, coinvolge infatti prestigiose sedi espositive: oltre al MUSEO SALINAS di Palermo, la GALLERY della FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO a Torino dal 22 febbraio al 31 marzo 2019, quindi il CIVICO MUSEO SARTORIO e il CASTELLO DI SAN GIUSTO a Trieste dal 12 aprile al 14 giugno 2019.

La “Trilogia” evidenzia la tematica propria di tutta la produzione della scultrice ellenica: il dialogo continuo tra il passato e il presente, partendo dal ricco retaggio archeologico che accomuna la cultura greca a quella del nostro Paese. Da qui il titolo “Futuro Primordiale”, declinato con un sottotitolo specifico per ciascuna delle tre mostre: a Palermo “Materia”, a Torino “Logos” e a Trieste “Suono”. «Tutte e tre le esposizioni – precisa l’artista – sono legate dallo stesso filo conduttore, quello che tengo saldamente in mano per non perdermi, quello che, in questa occasione, definisco “Futuro Primordiale”. Viene dal profondo del tempo e, con la consapevolezza del presente, sento che può condurci al futuro rendendolo meno incerto».

venia_dimitrakopoulou_atitlo_4«A Palermo espongo le pietre vulcaniche, le teste dei guerrieri caduti e degli eroi, così come le opere su carta cinese, le Vesti di Nesso, l’Armatura Segreta e le Linee di pensiero. È un dialogo tra fragilità e solidità, l’effimero e l’eterno. Una riflessione sul modo in cui l’archeologia svela la materia nel presente. La materia, quindi, è il tema principale».

Venia Dimitrakopoulou decide di “sentire” attentamente ciascun luogo del suo lungo tour espositivo, creando appositamente nuove opere per rimanere “sintonizzata” con l’atto creativo, così come lei lo concepisce: «un processo continuo, un flusso in cui tutto è aperto all’inaspettato».

pelopas-2009E così, per citare alcuni lavori esposti al Museo archeologico di Palermo, gessi, bronzi e pietre vulcaniche di Egina (isola dove ha sede lo studio dell’artista) diventano teste e volti, spesso dalla bocca semi aperta, di antichi guerrieri, eroi e semidei come nelle opere Agamennone (2005-2009) e Pelope (2009), accanto a Lance (2018) in marmo e ottone dorato che raccontano il passato dell’Egeo attraverso venature nascoste e si innalzano come baluardi, strumenti di difesa. In queste opere la materia prima determina il modellato estetico delle sculture che, a dialogo con l’ambiente in cui vengono presentate, mettono in risalto riferimenti storici e caratteristiche del luogo di provenienza, e raccontano così una sorta di storia personale che guida il visitatore nella loro contemplazione e interpretazione.

Le creazioni contemporanee di Venia Dimitrakopoulou si muovono infatti in costante equilibrio tra le ricerche moderne e l’estetica, i materiali e le tecniche tradizionali, passando dalla piccola scala alla monumentalità. Significativa in proposito l’imponente scultura Promahones, esposta presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene e rievocata a Palermo dalla serie fotografica Promahones – Ombre (2014). Composta da giganteschi dischi in acciaio inclinati, aperti alle estremità, come sottolinea Franco Fanelli «arricchisce enormemente il gioco d’ombre che queste opere possono proiettare, sdoppiandole, moltiplicandole».
Attraverso pietra, marmo, terracotta, metallo o carta, che si declinano al servizio di un nomadismo stilistico che va dalla scultura tradizionale all’installazione, dal video all’azione, dalla scrittura al segno grafico, l’artista investiga caratteristiche e comportamenti della materia, dando un respiro di vita alle figure e agli oggetti che ne nascono. Esemplificativo il video Zoodochos Pighi (Fonte di Vita, 2011), opera drammatica nel senso etimologico della parola, in cui le mani dell’artista si ergono a simbolo della forza generatrice della dimensione scultorea, in un incessante processo metamorfico di creazione e distruzione della formaspear-4-d-906x570. Tutte le opere della Dimitrakopoulou hanno un profondo carattere antropocentrico e riflettono sul ruolo dell’esistenza umana nello spazio e nel tempo che l’artista sceglie di cogliere nella sua creazione, chiamando l’osservatore a partecipare dell’espressione artistica, a viverla come una relazione con se stesso, attraverso un’esperienza interiore, mentale e sentimentale. Emblematiche le serie su carta delle Vesti di Nesso e delle Linee di pensiero (entrambe del 2011) dove, attraverso la scrittura automatica sulla forma di un’antica tunica o di uno stendardo, traspare in diverse lingue la dimensione intima dell’artista, che libera i suoi sentimenti e pensieri per poi nasconderli parzialmente dietro ad una linea, quasi a cancellarli ma mai del tutto.
Le tre esposizioni di Venia Dimitrakopoulou nel nostro Paese rientrano tra le azioni del programma “Tempo Forte Italia – Grecia 2018”, iniziativa promossa dall’Ambasciata d’Italia ad Atene e sancita nel corso del Primo Vertice Intergovernativo tra Italia e Grecia, tenutosi il 14 settembre 2017 a Corfù, volta a favorire e sostenere il rafforzamento delle relazioni culturali tra i due Paesi del Mediterraneo, nel rispetto dell’equilibrio tra i vari ambiti culturali, dalla tradizione al contemporaneo, dal passato al futuro.

Accompagna tutte e tre le tappe della rassegna un esaustivo catalogo edito da Umberto Allemandi con testo introduttivo di Franco Fanelli.

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Venia Dimitrakopoulou è una scultrice greca, nata e formatasi ad Atene, dove studia scultura presso l’Accademia di Belle Arti, si diploma alla Scuola Superiore di Arte Drammatica del Conservatorio di Atene, perfezionandosi poi presso l’Atelier Vivant de l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi.

Numerose le mostre personali e collettive in Grecia e all’estero, dove le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private.
Nell’inverno 2014-15 la sua scultura monumentale Promahones è presentata ed esposta nell’atrio del Museo Benaki di Atene, in occasione del quale è realizzata la pubblicazione “Venia Dimitrakopoulou – Promahones”, edita da Hatje Cantz; quindi nell’ottobre 2016 l’opera trova la sua collocazione nel cortile principale del Museo Archeologico Nazionale di Atene.
Nel novembre 2015 presenta la sua attività artistica nel quadro dei programmi educativi della Biennale Sessions di Venezia, in collaborazione con la sezione giovani del Fondo Ambiente Italiano (FAI) e la Fondazione Ellenica di Cultura-sezione Italia. I due incontri: “Immagini dalla Grecia contemporanea a Venezia” e “Intervista di Giorgia Florio a Venia Dimitrakopoulou” sono a cura di Caterina Carpinato e realizzati in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia unitamente alla galleria Artespressione di Milano di Paula Nora Seegy, dove nell’aprile 2016 inaugura la sua prima personale italiana dal titolo Selected works, a cura di Charis Kanellopoulou e Matteo Pacini.
Nel 2017 il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella le conferisce l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia in riconoscimento del suo contributo, attraverso il suo operato artistico, al rafforzamento dei rapporti tra Grecia e Italia.
Partecipa come membro attivo nel gruppo di lavoro di “Tempo Forte”, iniziativa culturale dell’Ambasciata italiana in Grecia, promossa a livello intergovernativo per consolidare e celebrare gli aspetti comuni delle identità dei due Paesi.
Attualmente vive e lavora tra la capitale greca e l’isola di Egina.

Tutte le foto delle opere presenti in questa pagina sono tratte dal sito dell'artista 
www.dimitrakopoulou.com

 

29-31 ottobre 2018: “Alla ricerca dell’autore perduto. Testi apocrifi, agiografici e patristici greci, latini e orientali”. Convegno internazionale, omaggio al prof. Sever J. Voicu

La manifestazione “Alla ricerca dell’autore perduto. Testi apocrifi, agiografici e patristici greci, latini e orientali” si aprirà con un convegno internazionale di studi, omaggio al prof. Sever J. Voicu, già Scriptor della Biblioteca Apostolica Vaticana, lunedì 29 ottobre alle 9.30 nella Chiesa di Sant’Antonio Abate del Complesso Monumentale dello Steri (piazza Marina, 61) i cui lavori proseguiranno fino a martedì 30 ottobre.

Nella giornata di martedì 30 ottobre dalle 15.00 con la lezione del prof. Voicu sulla paleografia e codicologia greca sarà introdotta l’inaugurazione della mostra dei tesori manoscritti greci, latini ed orientali della Biblioteca della Regione Siciliana “A.Bombace” (corso Vittorio Emanuele, 429).

Infine, mercoledì 31 ottobre a partire dalle 9.00 la manifestazione volgerà al termine con la giornata di studi a carattere divulgativo sul tema dell’autorialità dei testi patristici ed evangelici organizzata presso l’Aula Magna del Liceo Classico Garibaldi (via Canonico Rotolo, 2)”.

Inoltre, presso la Biblioteca della Regione Siciliana “A.Bombace” avrà luogo una mostra di dipinti di Fabienne Glock intitolata “À la recherche de l’auteur perdu”, visitabile dal 30 ottobre (ore 17.30) al 6 novembre 2018 nei giorni di apertura della biblioteca.

Dai seguenti link è possibile scaricare gli allegati alla manifestazione:

Programma >

Locandina >

Invito Mostra Manoscritti >

Invito Mostra Dipinti >

 

11-13 ottobre 2018: Convegno Internazionale “La Sicilia e il Mediterraneo dal Medioevo al Tardoantico. Prospettive di ricerca tra archeologia e storia”

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Organizzato dal Dipartimento Culture e Società dell’Università degli Studi di Palermo, con il patrocinio dell’Assessorato dei Beni Culturali della Regione Sicilia e dell’Istituto di Studi Bizantini e Neoellenici “Bruno Lavagnini”, nei giorni 11-13 ottobre 2018 avrà luogo il Convegno internazionale di studi, dedicato alla memoria della professoressa Fabiola Ardizzone, dal titolo “La Sicilia e il Mediterraneo dal Tardoantico al Medioevo. Prospettive di ricerca tra archeologia e storia”.

Le sedi del convegno saranno giovedì 11 e Venerdì 12 – Orto Botanico, Sala Lanza (Via Lincoln 2) e sabato 13 – Campus Viale delle Scienze, Ed. 15, Dipartimento Culture e Società, piano VIII.

Dai link è possibile scaricare la locandina e il programma del convegno.

12 aprile 2018: “Un monastero greco poco conosciuto: S. Maria della Scala (Paternò)”

Nell’ambito delle attività promosse dall’Istituto, giovedì 12 aprile 2018 alle ore 17.00, presso la nostra sede, in via Noto 34, il prof. Horst Enzensberger (Università di Bamberg) parlerà sul tema: “Un monastero greco poco conosciuto: S. Maria della Scala (Paternò). Nuovi documenti dalla Biblioteca Comunale di Palermo”.

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9 marzo 2018: “Nikiforos Vrettakos: un grande poeta esule a Palermo (1970-1974)”

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L’Istituto Siciliano di Studi Bizantini e Neoellenici “Bruno Lavagnini” partecipa alle manifestazioni organizzate dall’Istituto Gramsci siciliano su “Palermo laboratorio del dialogo tra le culture” (8,9,10,11 marzo), segmento di “Palermo capitale italiana della cultura”.

In quest’ambito, venerdì 9 marzo 2018 alle ore 17.00, nella Biblioteca dell’Istituto Gramsci siciliano (Cantieri culturali alla Zisa – via Paolo Gili, 4 Palermo) si ricorderà “Nikifòros Vrettàkos, un grande poeta greco esule a Palermo (1970-1974)”.

L’invito in allegato.

15 febbraio 2018: “Parole che depistano – mosaici che uniscono”

Fosco Maraini, antropologo e scrittore (1912-2004), ed Ernst Kitzinger (1912-2003), storico dell’arte bizantina, sono ben noti a chi si interessi di cultura siciliana; il primo anche per aver soggiornato nell’immediato dopoguerra, per diversi anni,  in Sicilia, dove aveva contratto vincoli familiari; il secondo in quanto autore di fondamentali studi dedicati ai mosaici bizantini delle chiese siciliane di età normanna. Meno conosciuto è il lungo legame di amicizia che li unì fin da quando, negli anni cinquanta, Ernst Kitzinger si rivolse a Fosco Maraini per la realizzazione di  una  documentazione fotografica completa dei mosaici siciliani, nell’ambito di un progetto della Fondazione Dumbarton Oaks di Washington. Le magistrali foto di Fosco Maraini si possono oggi ritrovare nelle pubblicazioni dedicate da Kitzinger al Duomo di Monreale (1960), alla chiesa di S. Maria dell’Ammiraglio (1990), nei cinque volumi de I Mosaici del periodo normanno in Sicilia (1992-1997).

Paolo Cesaretti, scrittore e docente di Civiltà bizantina presso l’università di Bergamo, ha ricostruito attraverso gli scritti autobiografici di Maraini, la corrispondenza e altra documentazione inedita il duraturo rapporto di collaborazione e di amicizia tra queste due affascinanti personalità.

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